Mi lamento di continuo lo so, è più forte di me, non ci posso fare nulla; il fatto è che sento che le cose mi stanno sfuggendo di mano ed è proprio come nel proverbio: se provo a stringere il pugno per trattenere la sabbia essa sfugge ancor più velocemente ma se non faccio nulla sono destinata a guardarla impotente mentre scivola via dalle mie dita. Sono confusa e non so mai qual'è a cosa giusta da fare, sbaglio di continuo e sbaglio con la mia vita, è questo il problema, non si tratta di un gioco ma dell'unica vita che ho. Mi piacerebbe tanto pensare che nella mia prossima eviterò gli errori di questa ma, purtroppo o per fortuna, non esiste una seconda occasione e continuare a ripensare "se avessi fatto", "se avessi detto" non serve a nulla se non a rendermi ancora più infelice per le occasioni perdute. Eppure mi guardo intorno e vedo che per gli altri non è così, che la comodità delle piccole cose che si sono conquistati nel corso degli anni basta loro a farli sentire in qualche modo a posto. Noto che la sicurezza e la razionalità vincono sulle ragioni del cuore e che è più facile perdere un sentimento piuttosto che una comoda abitudine. Nessuno è disposto a rischiare un po' di dolore per inseguire un sogno perché le persone non sognano più. Io un sogno ce l'ho ancora e aspetto, con la paura e l'apprensione di chi sente di aver vissuto a metà, che Atropo arrivi a recidere il cordone ombelicale di un'esistenza che ogni giorno mi va sempre più stretta. Sono stanca.
Sono stanca
Futuro
"Ho visto una stella all'orizzonte ma,
pessimista io,
mi sono girata dall'altra parte.
Istanti, poco più di niente.
Accolgo il freddo che mi assale e
mi stringo un po' di più la giacca addosso.
Penso alla mia stella e mi domando
se sia ancora lì, dove l'ho lasciata
un attimo prima.
Non ho il coraggio di guardare.
In un mondo fatto di noia e buio cosmico
lei è il mio unico sogno.
Chiudo gli occhi: tremo, penso, piango.
Mi addormento infine,
immersa in un limbo di luci e colori.
Ricordi di un mondo che non esiste più
ma che mi apparterrà per sempre,
mi sono girata dall'altra parte.
Istanti, poco più di niente.
Accolgo il freddo che mi assale e
mi stringo un po' di più la giacca addosso.
Penso alla mia stella e mi domando
se sia ancora lì, dove l'ho lasciata
un attimo prima.
Non ho il coraggio di guardare.
In un mondo fatto di noia e buio cosmico
lei è il mio unico sogno.
Chiudo gli occhi: tremo, penso, piango.
Mi addormento infine,
immersa in un limbo di luci e colori.
Ricordi di un mondo che non esiste più
ma che mi apparterrà per sempre,
rinchiuso in eterno nell'abisso della mia anima."
Leggi, Regole e Morale
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo (Johann Wolfgang Goethe) |
Genesi
Dove vanno a finire i pensieri che mi girano nella testa come un vortice? E tutta quella rabbia che ormai non mi basta più sfogare sulle pagine di un diario che nessuno leggerà mai? Nemmeno questo blog, perso nel mare delle altre migliaia che ogni giorno, simili, nascono in tutto il mondo, probabilmente verrà mai letto da qualcuno ma non importa. Ho bisogno di un modo per far fuoriuscire tutto questo da dentro di me, incanalarlo in una qualche direzione e cristallizzarlo nel tempo, in modo che tutto cominci ad avere un senso e che nulla vada perduto. Sento che il tempo mi sta portando via la solidità delle già scarse convinzioni che ho avuto finora e ho bisogno di ancorare quel poco di senno (o di follia) che mi rimane, a qualcosa di solido e concreto; da qui l'esigenza di far nascere questo blog di sfogo, disorganizzato, anarchico e terribilmente, sinceramente libero. Lo faccio per me e per nessun altro; se poi nel corso del viaggio qualcuno si vorrà unire per dire la sua sarà il benvenuto, immagino, ma questo adesso è poco rilevante.
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