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Mi manca...





...il nasino rosa bagnato e freddo che tocca la punta del mio naso, i dentini che sporgono e mi graffiano le labbra, l'odore del suo alito, la sua boccuccia rosa e lentigginosa, le sue guance bianche coperte, oltre che dalle piccole e irregolari efelidi, dalle vibrisse pungenti e spesse e il suo baffetto con la base nera che mi solletica il viso mentre ci coccoliamo, la pelle calda dietro alle orecchie e la peluria setosa che vi si trova, la cartilagine sottile che le compone e la loro trasparenza, che rivela le venuzze rosse ai bordi quando è vicino alla luce, la fronte fresca e l'impatto duro della sua testa sotto le mie labbra e la piccola punta sulla cima di essa che sento quando lo accarezzo con le mani, il suo collo lungo e sottile dove il pelo comincia a divenire lucido e a mescolarsi col più morbido sottopelo chiaro, il suo mento e le vibrazioni al ritmo del suo ronfare, il petto fiero e ricoperto di una peluria dolce color champagne e le zampine dritte con i piedini rotondi, le ditine piccolissime e la pelle sottile in mezzo ad esse, le unghie affilate che escono fuori quando schiaccio, i polpastrelli rosa e gommosi che si posano sulla mia mano o che scivolano delicatamente sulle mie guance per farmi la più dolce delle carezze, il suo sguardo, quegli occhi verdi e luminosi che mi fissano socchiudendosi in un'occhiata prolungata e colma di adorazione, la screziatura delle sue iridi chiarissime e il nero profondo e serio delle sue pupille, il rosa antico che disegna un trucco quasi invisibile intorno ai suoi occhi, le sopracciglia lunghissime e spesso arricciate dal fuoco di una candela a formare un viso che a me ha sempre ricordato i colori degli angeli, la schiena dritta e lunga abbellita dalla lucentezza del suo pelo rosso  scuro, la base della coda e la sensazione sotto alla mia mano quando la tira su per parlarmi e la coda stessa, sottile e inanellata da cerchi rossi alternati ad altri color crema, come anche su tutte e quattro le zampe, le cosce piccole e carnose, lunghe e molle dietro con il pelo che diviene, via via, sempre più lungo e sempre più morbido, i piedini un po' freddi che mi si posano addosso per stare più comodo nelle lunghe notti passate a dormire abbracciati, la pancia larga e morbidissima ricoperta dal pelo setoso e foltissimo, il punto in cui lo ha più lungo, il suo pancino nel quale adoro tuffare la faccia, il suo pancino profumato, lo sterno appuntito e le ascelle con la loro pelle "a pipistrello" molla e calda, le mie mani che lo toccano ovunque partendo da un estremità e arrivando all'altra per seguire ogni curva del suo corpicino, il suono gorgogliante prodotto dalla sua gola, le diverse intonazioni della sua voce, il suo parlarmi e il suo scrutarmi, il suo puntarmi gli occhi negli occhi per capire, ascoltare, vedere, il suo bisogno di starmi attaccato, non vicino, il suo buttarsi a peso morto sopra di me per sdraiarsi, il suo abbandonarsi all'indietro fiducioso nella presa delle miei mani, il suo "scavare" con le unghie sulle mie coperte per aprirsi un varco nel freddo dell'inverno, il suo sentirsi il padrone assoluto di casa e di me, il suo partecipare alla mia vita sociale, la sua curiosità, il suo lato fanciullesco e giocherellone, il suo modo di soffiare agli uomini della mia vita e i suoi modi per far loro capire a chi in realtà appartengo, trovarlo ad aspettarmi al mio rientro, averlo dietro ad accompagnarmi alla porta quando esco, trovarlo fuori dalla porta del bagno, sentirlo addosso mentre leggo, guardo la tv o faccio dell'altro seduta sul letto, averlo sulle gambe se sono sul divano, sentire la sua pancia posata sulla mia mano mentre uso il mouse, condividere il mio cibo con lui, fargli assaggiare tutto quello che mangio, nulla escluso, gustarmi la sua reazione quando arrivano oggetti nuovi in casa o quando compro un nuovo giochino, i suoi agguati a schiena curva in mezzo al corridoio, giocare con lui a nascondino, farmi rincorrere e rincorrerlo a mia volta per tutta la casa, averlo dietro mentre faccio da mangiare e sentire i suoi miagolii di richiesta quando il mio sguardo incontra il suo, sentirlo ronfare quando gli racconto come lo abbiamo trovato o quando gli parlo della sua infanzia, sentirlo ronfare quando gli canto una stupida canzone dedicata solo a lui, alzare lo sguardo e trovarlo ad aspettarmi sopra alla finestra e vedere che scende giù per correre alla porta di casa mentre entro nel portone, sentire il fruscio dei sacchetti nei quali andava a curiosare se li lasciavo in giro incustoditi, ridere con lui quando, per invogliarmi a giocare, scappava ad orecchie indietro facendo un buffissimo ed inconfondibile "rururu", quando, sulla finestra della cucina si sposta le tende per vedere meglio gli uccelli che volano ed emette contemporaneamente quel ridicolo verso tremolante che mi ha sempre fatto ridere un sacco, quando si mette sul davanzale e parla con la sua amichetta grigia, quando arriva davanti a me con gli occhi da pazzo e un ciuffo di peli neri all'angolo della bocca, quando arriva in cucina e apre il frigo per vedere cosa c'è da mangiare, quando, mentre mangio io, china la testa da un lato e allunga una zampina sul piatto per rubare un boccone, quando mangia dalla mia mano qualsiasi cosa perché la parola magica è "dalla mia mano", quando l'ho visto fare una scaletta con la cassettiera del mobile in cucina e arrivare finalmente al forno per aprirlo e servirsi il pollo, quando, ogni volta che aprivo la porta di casa, tentava di scappare per poi acquattarsi a terra una volta fuori dal portone, quando, quella volta che è scappato, l'ho ritrovato a correre con la faccia da pazzo dietro ad una gatto randagio, quando è caduto giù dalla finestra della sala, quando apriva i cassetti o quando, per svegliarmi e farsi dare la pappa, buttava per terra i miei preziosi soprammobili, quando si sdraiava nelle posizioni più scomode e assurde per riuscire a starmi più vicino di quanto, in quel momento, gli fosse permesso, quando lo portavo in giro con guinzaglietto o quando semplicemente lo prendevo in braccio e lui automaticamente mi baciava, quando tentavo di guardare la televisione e lui mi ballava davanti alla faccia perché voleva tutta la mia attenzione per baciarmi ancora e ancora, quando lo presentavo a qualche amico e sentivo l'orgoglio invadermi perché nessuno ha mai avuto la fortuna di avere al fianco un essere così magico e speciale, quando camminando per la casa e me lo ritrovavo in mezzo alle gambe, quando  mi sdraiavo a pancia in giù e lui si infilava sotto di me ronfando ancora prima di riuscirci, quando tornando da settimane di vacanza lo ritrovavo ad aspettarmi davanti alla porta di casa e, a differenza delle altre e di qualsiasi gatto comune, lui non mi si staccava di dosso nemmeno per mangiare se prima non lo salutavo lungamente e con le dovute coccole, quando giocava, quando dormiva, quando ronfava, quando mi guardava. La sua assoluta fiducia in me e il suo infinito e prezioso amore. Lui, in tutto.

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